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Le principali norme che regolamentano l'IeFP

Le leggi istitutive

Legge 53/2003 e Legge 40/07: istituiscono l’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) di competenza regionale.

L'obbligo di Istruzione

Legge 296/2006: introduce il nuovo obbligo di istruzione per almeno 10 anni e consente l’assolvimento anche nei percorsi IeFP.

Il decreto attuativo che norma e disciplina

Decreto legislativo 226/2005, CAPO III: disciplina il sistema integrato di Istruzione e Formazione Professionale e lo determina con percorsi di durata triennale, che si concludono con il conseguimento di una qualifica professionale, e percorsi di durata almeno quadriennale, che si concludono con il conseguimento di un diploma professionale.

Il quadro di riferimento dei titoli

Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 1° agosto 2019 (Rep. atti n. 155/CSR) ai sensi dell’art.
18 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, riguardante l’integrazione e modifica del
Repertorio nazionale delle figure nazionali di riferimento per le qualifiche e i diplomi
professionali, l’aggiornamento degli standard minimi formativi relativi alle competenze di base
e dei modelli di attestazione intermedia e finale dei percorsi di Istruzione e Formazione
Professionale, di cui all’Accordo in Conferenza Stato – Regioni del 27 luglio 2011;

L'ordinamento del sistema

Decreto 11 novembre 2011: recepisce l’Accordo tra MIUR, Ministero del Lavoro e Politiche Sociali (MPLS), le Regioni e le Province autonome, riguardante gli atti necessari all’ordinamento dell’Istruzione e Formazione professionale (Accordo 27 luglio 2011, Repertorio atti n. 66/CU).

Tale accordo:

  • istituisce il Repertorio nazionale dell’Offerta di Istruzione e Formazione professionale (22 qualifiche triennali e 21 diplomi acquisibili frequentando il quarto anno);
  • definisce gli standard minimi formativi relativi alle competenze di base e i saperi e le competenze relativi agli assi culturali che caratterizzano l’obbligo di istruzione di cui all’allegato del D. M. n. 1239/2007;
  • adotta i modelli e le relative note di compilazione dell’Attestato di qualifica e del diploma professionale di Istruzione e Formazione professionale;
  • adotta il modello e le relative note di compilazione per l’attestazione intermedia delle competenze acquisite per gli studenti che interrompono i percorsi di Istruzione e Formazione professionale

Inclusione scolastica

La legislazione per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), della legge 13 luglio 2015, n. 107

l'oggettività dei numeri

Perchè scegliere l'IeFP

1

Un titolo con pari valore del sistema Istruzione

L’IeFP trova il suo fondamento principale nella Costituzione (artt. 10,30,31,34,117,118) principi che più recentemente sono stati riordinati con  la legge 107/15 “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione – riordino
Istruzione professionale e con il DL 61/17 – revisione dei percorsi dell’istruzione professionale, nonché raccordo con i percorsi dell’istruzione e formazione professionale.

Cosa significa tutto ciò? Che i titoli rilasciati (qualifica e diploma professionale) hanno identico valore giuridico dei titoli rilasciati dagli Istituti Superiori. O meglio hanno valore giuridico senza necessità di paragoni facendo tutti riferimento al DM 270/04 

2

Percorsi specialistici e con stage curriculari

I percorsi sono costruiti sulle esigenze attuali del nostro Paese. E continuamente aggiornati per consentire che gli indirizzi siano attuali ed utili. Ogni percorso prevede un percorso di stage curriculare sia al terzo che al quarto anno. I percorsi di stage sono in media della durata di circa due mesi, consentendo un’effettiva possibilità degli allievi di confrontarsi con un apprendimento pratico e di mettere in atto i concetti appresi sui banchi di scuola.

3

Occupazione coerente!

Non solo il sistema occupa in modo stabile ma occupa gli allievi per ciò che hanno studiato. Il tasso di coerenza dell’occupazione rispetto al percorso formativo è del 76% tra i diplomati e del 72% tra i qualificati.

(dati INAPP 2021)

Studenti frequentano IeFP (dato as 21-22)
0
Indirizzi
0
Trovano lavoro entro 12 mesi
0 /100

Alcune risposte ai questiti principali

European Qualification Frameworks (EQF) – Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente

L’EQF è un sistema comune europeo di riferimento utilizzato per collegare fra loro i sistemi e i quadri nazionali delle qualifiche di paesi diversi.
Nasce, infatti, da una Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 con l’obiettivo di istituire un “dispositivo di traduzione tra i diversi sistemi delle qualifiche e i rispettivi livelli, sia per l’istruzione generale e superiore sia per l’istruzione e la formazione professionale“.
Ciò consente “di migliorare la trasparenza, la comparabilità e la trasferibilità delle qualifiche dei cittadini rilasciate secondo le prassi esistenti nei vari Stati membri“.
In pratica, il sistema, articolato in otto livelli, è finalizzato a rendere i titoli di studio e le competenze acquisite nei diversi Paesi europei più comprensibili, riconoscibili e confrontabili, facilitando studenti e lavoratori nello spostamento tra istituzioni di istruzione e formazione all’interno dello stesso Paese o da un Paese all’altro o nella ricerca o cambiamento del lavoro favorendo così la mobilità e l’integrazione sociale dei cittadini europei.
In Italia, la Conferenza permanente Stato-Regioni ha assunto, il 20 dicembre 2012 l’Accordo sulla referenziazione del sistema italiano delle qualificazioni al quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (EQF) che ha consentito di collocare i titoli di studio e professionali italiani, da quelli acquisiti al termine dell’istruzione obbligatoria a quelli ottenuti ai livelli più elevati dell’istruzione, della formazione accademica e della formazione professionale, nell’ambito degli otto livelli previsti dal Quadro Europeo, come riportato nella seguente tabella.

Livello
EQF
Tipologia di qualificazione 
 
1Diploma di licenza conclusiva del 1° ciclo di istruzione 
2Certificato delle competenze di base acquisite in esito all’assolvimento dell’obbligo di istruzione 
3Attestato di qualifica di operatore professionale 
4Diploma professionale di tecnico 
Diploma liceale 
Diploma di istruzione tecnica 
Diploma di istruzione professionale 
Certificato di specializzazione tecnica superiore 
5Diploma di tecnico superiore 
6Laurea 
Diploma accademico di primo  livello 
7Laurea magistrale 
Diploma accademico di secondo livello 
Master universitario di primo livello 
Diploma accademico di specializzazione (I) 
Diploma di perfezionamento o Master (I) 
8Dottorato di ricerca 
Diploma accademico di formazione alla ricerca 
Diploma di specializzazione 
Master universitario di secondo livello 
Diploma accademico di specializzazione (II) 
Diploma di perfezionamento o Master (II) 

Una nuova Raccomandazione del Consiglio d’Europa del 22 maggio 2017 ha rivisto e aggiornato il sistema dell’EQF, in coerenza con l’evoluzione nei diversi Stati membri, dei sistemi dell’istruzione, della formazione, del mercato del lavoro e della società civile, anche al fine di favorire tra tali diversi sistemi un migliore dialogo.
Nel quadro EQF gli otto livelli di riferimento sono descritti in termini di risultati di apprendimento, delineati secondo tre categorie: Conoscenze, Abilità e Responsabilità e autonomia (vale a dire capacità di applicare le conoscenze e le abilità in modo autonomo e responsabile).

A seguito della Raccomandazione del Consiglio d’Europa del 2017, in Italia è stato approvato il Quadro Nazionale delle Qualificazioni, elaborato sulla base degli 8 livelli europei dell’EQF..

Il termine fa riferimento ad un fenomeno complesso, oltre che per la pluralità di cause che lo determinano, anche per i diversi modi in cui si manifesta e che comprendono, oltre all’evasione ed all’abbandono scolastico, anche mancati ingressi, ripetenze, bocciature, assenze ripetute e frequenze irregolari, basso rendimento, disagio scolastico, e, in generale, tutte quelle situazioni che determinano interruzioni e rallentamenti nel normale percorso scolastico prima del conseguimento del titolo finale; tali aspetti possono determinare l’esposizione dei minori verso aree sociali “a rischio”.

Può essere utile chiarire brevemente il significato di alcuni di questi termini inclusi nel concetto di dispersione.

Evasione scolastica: inosservanza dell’obbligo di istruzione che, normativamente, è fissato in almeno 10 anni (legge 296 del 27/12/2006). La responsabilità dell’adempimento dell’obbligo di istruzione è in capo ai genitori del minore o a chi ne fa le veci, i quali, in caso di mancato adempimento, possono essere soggetti a sanzione.

Abbandono scolastico: riferito ad adolescenti non più in obbligo di istruzione ma ancora soggetti al diritto-dovere di istruzione e formazione (DDIF) che interrompono il percorso di studi della scuola secondaria di secondo grado o dell’istruzione e formazione professionale almeno triennale prima del conseguimento del titolo e comunque entro il compimento dei 18 anni di età.

Insuccesso scolastico: si manifesta attraverso situazioni diverse, ad esempio bocciature, ripetenze, disagio, disinteresse, scarso rendimento, sfiducia nella scuola, scarsa considerazione dell’importanza dell’apprendimento nella vita, mancata realizzazione delle potenzialità, ecc.) e può portare sia all’interruzione degli studi senza conseguimento del titolo sia al conseguimento di attestati inadeguati ad affrontare i cicli successivi o l’inserimento nel mercato del lavoro.

Dispersione implicita. Ci sono anche alunni che a scuola ci vanno, ma non imparano. Oppure imparano male, poco, o in modo irregolare. Anche se questi giovani non fanno numero nelle principali statistiche sulla dispersione scolastica esplicita, possiamo in un certo senso includerli tra i dispersi. Anche quando riescono a ottenere un titolo di studio, infatti, questi giovani si trovano ad affrontare la vita adulta senza avere le competenze minime necessarie per esercitare la cittadinanza attiva, proseguire gli studi, o intraprendere un percorso professionale. Possiamo definire questo tipo di dispersione come implicita.

Secondo i dati Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione), nel 2022 si stima che la dispersione scolastica totale, implicita ed esplicita, superi il 20% a livello nazionale.

La dispersione scolastica implicita riguarda il 9,7% di alunni e alunne; solo il 56% degli alunni di terza media raggiunge i livelli di competenze previsti in matematica, e il 61% in italiano.

I fattori che causano la dispersione (tratto da rapporto INVALSI)

Quasi mai l’abbandono scolastico è riconducibile a un unico fattore. Di solito è il risultato di interazioni e combinazioni tra diversi elementi, quali i fattori legati al funzionamento della scuola, alla sua organizzazione e alla sua cultura, alla composizione della classe e della scuola per status socio economico, la provenienza etnica, l’orientamento religioso.

Tra le diverse cause gli studi evidenziano, tre classi di fattori:

  • ascritti – capitale socio-economico e culturale della famiglia di origine, genere e background migratorio
  • di contesto – tipologia e caratteristiche della scuola, preparazione degli insegnanti e relazione tra insegnanti e studente, influenza del gruppo dei pari
  • individuali – predisposizione allo studio, attitudini

Alcuni approfondimenti (tratti da relazioni INVALSI).

Conoscenze – Abilità – Competenze

Le conoscenze indicano l’insieme di saperi, fatti, informazioni, nozioni, principi, teorie e pratiche relativi ad un settore di studio o professionale e acquisiti nei vari contesti di vita e di apprendimento. Possono, quindi, essere sia teoriche (ad esempio la conoscenza di un teorema matematico), che pratiche (ad esempio, la conoscenza delle fasi necessarie per assemblare un pezzo meccanico).

Le abilità indicano le capacità di applicare le conoscenze per portare a termine un determinato compito; sono sia di tipo cognitivo (cioè implicano l’uso del pensiero logico, intuitivo e creativo, per esempio: saper risolvere un problema di geometria), sia di tipo pratico (cioè implicano la capacità manuale e l’uso di metodi, strumenti e materiali, per esempio: saper montare un pezzo meccanico).

Le competenze indicano la comprovata capacità di utilizzare in situazioni di studio o di lavoro e nello sviluppo professionale e/o personale un insieme strutturato di conoscenze e abilità, acquisite nei contesti di apprendimento formale, non formale o informale. Attraverso la competenza emerge la componente operativa della conoscenza coordinata all’abilità e combinata con le proprie capacità personali, sociali e/o metodologiche.
Le competenze, come insieme di conoscenze, abilità e atteggiamenti, consentono ad un individuo di ottenere risultati funzionali al proprio adattamento ai diversi contesti, che si manifesta come capacità di affrontare i problemi della vita (a scuola, al lavoro, con gli amici, nello sport, ecc.).
Esse diventano un indicatore della capacità di assumere responsabilità e autonomia per gestire situazioni contraddistinte anche da un certo livello di complessità.
 
Dai documenti elaborati a livello nazionale ed europeo vengono utilizzate anche altre espressioni che possono basarsi su significati diversi del termine competenza. Per esempio:
 

  • Competenze di base: costituiscono le risorse fondamentali necessarie ad una persona per lo sviluppo di un proprio percorso individuale, di studio e professionale. Capacità di lettura, scrittura, calcolo e le conoscenze in campo scientifico e tecnologico sono considerate, anche in ambito europeo, come la base necessaria per ulteriori studi e un bagaglio essenziale per il lavoro e l’integrazione sociale. Tali competenze stanno diventando ancora più importanti con la rivoluzione digitale, che ha creato nuove forme di lettura e scrittura e diversificato le fonti di informazione.

    Lo sviluppo di un’ampia gamma di competenze di base è oggi obiettivo congiunto, ciascuno nel proprio ambito, della scuola, della formazione professionale e dell’università.
  • Competenze tecnico professionali: sono costituite dai saperi e dalle conoscenze tecniche e operative necessari per l’esercizio delle attività richieste nei diversi ambiti professionali.
  • Competenze trasversali: si intendono quelle caratteristiche personali (per esempio: comunicative, relazionali, di problem solving, ecc.) che entrano in gioco per rispondere alle diverse richieste dell’ambiente formativo, lavorativo e sociale; sono ritenute fondamentali in quanto consentono alla persona di trasformare una conoscenza in un comportamento efficace in un contesto specifico.

    Con questo termine si indicano, pertanto, capacità di carattere generale e ad ampio spettro, non specifiche di una professione o di un sistema organizzativo ed applicabili a compiti e ambiti diversi. Si tenga conto che le competenze trasversali stanno diventando sempre più richieste dall’attuale mercato del lavoro, a volte in misura maggiore rispetto alle competenze tecnico-professionali. 

Istituzioni formative accreditate

Sono così denominate in quanto la Regione in cui hanno sede le ha riconosciute in possesso di specifici requisiti di qualità definiti sia a livello nazionale che regionale, relativi in particolare agli aspetti didattici e alla disponibilità di risorse professionali e strutturali adeguate per svolgere attività di formazione.
In sostanza, l’accreditamento è l’atto con cui si riconosce ad un organismo la possibilità di proporre e realizzare interventi di formazione, anche finanziati con risorse pubbliche, finalizzati al conseguimento di titoli e/o di certificazioni riconosciuti su tutto il territorio nazionale.
Le istituzioni formative accreditate che realizzano percorsi per adolescenti di durata triennale o quadriennale e finalizzati al conseguimento di qualifiche professionali e diplomi professionali sono denominate anche Centri di Formazione Professionale (CFP). 

Istituti di Istruzione Superiore (IIS)

Sono così denominati gli istituti scolastici che offrono diverse tipologie di percorsi: di istruzione liceale, di istruzione tecnica, di istruzione professionale. E’ sufficiente che presso l’istituto scolastico siano attive anche solo due tipologie di istruzione per poter essere definito IIS.

Istituti Tecnici Superiori (ITS)

Gli Istituti Tecnici Superiori sono “scuole ad alta specializzazione tecnologica”, nate per rispondere alla domanda delle imprese di nuove ed elevate competenze tecniche. Costituiscono il segmento di formazione terziaria non universitaria e offrono percorsi nell’ambito di 6 aree considerate prioritarie per lo sviluppo economico e la competitività del Paese, vale a dire:

  • efficienza energetica
  • mobilità sostenibile
  • nuove tecnologie della vita
  • nuove tecnologie per il made in Italy (sistemi meccanica, moda, alimentare, servizi alle imprese)
  • tecnologie innovative per i beni e le attività culturali
  • tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Per accedere ai percorsi di ITS occorre essere in possesso del diploma di istruzione secondaria superiore e avere una buona conoscenza della lingua inglese e dell’informatica.
I percorsi hanno, di norma, una durata biennale (si articolano in 4 semestri) con un numero di ore formative complessive di 1800/2000, ma possono essere istituiti anche percorsi di 6 semestri. Il 50% dei docenti deve provenire dal mondo del lavoro e delle professioni. È previsto lo svolgimento obbligatorio di uno stage per almeno il 30% della durata del monte ore complessivo. Si concludono con verifiche finali, condotte da commissioni d’esame costituite da rappresentanti della scuola, dell’università, della formazione professionale ed esperti del mondo del lavoro.
Alla fine del percorso, il titolo rilasciato è il diploma di tecnico superiore con l’indicazione dell’area tecnologica e della figura nazionale di riferimento e con la certificazione delle competenze corrispondenti al quadro europeo delle qualifiche (V livello EQF per i percorsi di quattro semestri). 

Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS)

I corsi IFTS sono finalizzati a creare figure professionali con competenze tecniche coerenti con le richieste provenienti dal mondo del lavoro pubblico e privato, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese e ai settori interessati da innovazioni tecnologiche e dalla internazionalizzazione dei mercati.
Si rivolgono a giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni, in possesso di uno dei seguenti titoli:

  • diploma di istruzione secondaria superiore
  • diploma professionale di tecnico (IeFP)
  • attestato di competenza di III livello europeo conseguito nei percorsi di IeFP antecedenti all’anno formativo 2009/2010

L’accesso è consentito anche a coloro che sono in possesso dell’ammissione al quinto anno dei percorsi liceali, nonché a coloro che non sono in possesso del diploma di istruzione secondaria superiore, previo accreditamento delle competenze acquisite in precedenti percorsi di istruzione, formazione e lavoro successivi all’assolvimento dell’obbligo di istruzione.
I corsi IFTS sono generalmente articolati in 2 semestri con un monte ore complessivo di 800/1000 ore; prevedono un periodo di stage per almeno il 40% del monte ore complessivo; si concludono con verifiche finali delle competenze acquisite.
Al temine del percorso viene rilasciato un certificato regionale di specializzazione tecnica superiore corrispondente al IV livello europeo delle competenze (IV livello EQF – European Qualification Frameworks). 

ITS Academy

Gli ITS Academy sono scuole di eccellenza ad alta specializzazione che erogano corsi post diploma della durata di 4 semestri (2 anni), riconosciuti dal Ministero dell’Istruzione e equivalenti a un titolo di studio di 5° livello EQF (European Qualifications Framework). Ciascun ITS Academy fa capo a una Fondazione cui partecipano Istituti tecnici, Università e Imprese del settore tecnico di riferimento, per garantire l’aderenza della formazione alle necessità del mondo del lavoro. La figura in uscita da tali percorsi è un tecnico altamente specializzato – un “super-tecnico” – capace di rispondere a una vacancy segnalata dal mondo del lavoro in settori tecnologici all’avanguardia e fortemente orientato a un veloce inserimento nelle realtà produttive. Questo canale formativo si propone di ottimizzare le risorse necessarie alla formazione di tali figure, con la partecipazione diretta delle aziende dei vari settori a cui viene affidata anche parte della docenza in aula propedeutica alla formazione on the job curricolare che, per regolamento ministeriale, non può essere inferiore a un terzo del monte ore complessivo del percorso formativo.

Il sistema universitario italiano

Secondo l’istruzione italiana, i corsi di laurea seguono una struttura universitaria ben precisa, che è suddivisa in 3 cicli distinti e progressivi.

Il primo ciclo ha generalmente una durata di 3 anni e permette di ottenere il diploma di laurea, meglio conosciuto come laurea triennale. Per conseguire il titolo di studio è necessario accumulare un totale di 180 Crediti Formativi Universitari, per poi affrontare l’esame finale che consiste nella discussione della tesi di laurea.

Il secondo ciclo ha una natura più specialistica e consente di affinare la propria formazione in 2 anni, al termine dei quali si consegue la laurea magistrale. Gli studenti, in questo caso, dovranno acquisire 120 Crediti Formativi Universitari nell’arco del biennio, quindi sostenere l’esame finale che consiste anch’esso nella discussione della tesi di laurea.

L’ultimo ciclo universitario è costituito dal dottorato di ricerca, il titolo di studi di più alto livello, con una durata di 3 anni. Qui l’attività di ricerca ha un ruolo fondamentale, e viene abbinata allo studio teorico dell’indirizzo di appartenenza raggiungendo un totale di 180 Crediti Formativi Universitari. Come per ogni ciclo di studi, per ottenere l’attestato sarà necessario sostenere l’esame finale, la tesi di dottorato.

Negli ultimi anni, alcune facoltà hanno adottato i corsi di laurea magistrale a ciclo unico: si tratta di un unico percorso universitario che accorpa i primi 2 cicli. A seconda dell’indirizzo di studi, questo può avere una durata di 5 anni, che consistono in 300 Crediti Formativi Universitari, oppure di 6 anni, i quali prevedono un totale di 360 Crediti.

Le aree tematiche
Il sistema universitario italiano offre una vasta scelta formativa, ognuna delle quali può essere suddivisa in 4 macroaree tematiche distinte. I corsi di laurea, infatti, corrispondono ai relativi indirizzi delle facoltà.

Le facoltà di natura umanistica riguardano i corsi di laurea incentrati sul settore culturale: si tratta dei corsi di lettere e filosofia, così come quelli di lingue e letterature straniere, scienze della formazione e quant’altro.

Le facoltà scientifiche, come suggerisce il termine stesso, hanno un carattere tendenzialmente matematico e tecnico. Tra queste si può scegliere di seguire i corsi di laurea in matematica e fisica, ma anche quelli in informatica, ingegneria e architettura.

Le facoltà del settore sanitario permettono di qualificarsi come operatori in campo medico, infatti comprendono i corsi di laurea in medicina e chirurgia o in infermieristica. Tra queste si può anche scegliere un percorso di studi dedicato alle scienze motorie e alle professioni sanitarie come fisioterapia.

Le facoltà dell’area sociale, infine, offrono una vasta scelta in merito ai corsi di laurea per operare nel medesimo settore. Si tratta dei corsi di giurisprudenza e di scienze politiche, così come economia e commercio o psicologia.

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